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maggio 2017

Si è concluso il convegno “Di roccia e di vento. Il potenziale dell’outdoor in educazione e formazione” organizzato dall’Università di Bologna. Il convegno ha riportato l’attenzione sul potenziale insito nelle pratiche in outdoor nella progettualità educativa e formativa. E’ stata un’ occasione per riflettere sugli aspetti teorici e metodologici e per incontrare i professionisti che utilizzano l’ambiente naturale in vari ambiti del lavoro educativo.

Alessandra Gigli, ricercatrice in pedagogia generale e sociale nel Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna ha parlato del potenziale educativo dell’outdoor e subito dopo Marco Rotondi, presidente IEN, ha analizzato i vantaggi della formazione outdoor per l’empowerment individuale e delle dinamiche di gruppo.

A seguire Alessandro Bertolotti, ricercatore all’Università di Bologna nell’ambito dell’outdoor education è intervenuto affrontando il tema del setting outdoor e Francesca Agostini, professoressa associata, ha analizzato le implicazioni dell’outdoor education per il benessere dell’individuo e del gruppo.

Alessandro Coni, psichiatra e direttore DSMD Sanluri ha parlato del trekking nella psicoterapia di comunità, mentre il ricercatore Giannino Melotti ha parlato del laboratorio di formazione professionale per l’educatore sociale.

Nel pomeriggio si è parlato di formazione e barca a vela con Sarà Calì, formatrice e marinaia NonSoloVela APS Genova e con Laura Grossi, pedagogista e responsabile del centro diurno, Coop. Cento Fiori di Rimini.

Alberta Cardinali, educatore ambientale, Coop. Forestalp Ancona, è intervenuta con “Esperienze in outdoor per l’integrazione dei gruppi classe”,

Augusto Gimmi De Col, educatore e formatore ha parlato di Wilderness in progetti educativi con gruppi di adolescenti a rischio di devianza ed infine  Massimo Galiazzo, educatore e filosofo è intervenuto con “Madre di nervi: giochi iniziatici in natura tra femminilità e maternità”.
Il convegno si è concluso con l’intervento “Il fuoco dell’anima: l’arrampicata come opportunità di evoluzione esistenziale” dello scrittore e regista Andrea Di Bari.