di Paolo della Sala

Neurosystemics n° 11/2018


I bambini della mia città, immersa tra boschi, scogli e mare, non sanno più neanche camminare lungo i
sentieri. Sono troppo abituati ai lisci parchi-prigione che non servono qui ma nelle metropoli, e hanno
genitori che nemmeno hanno loro insegnato i nomi delle colline (quando noi conoscevamo persino i nomi
degli scogli).
Rispetto agli Anni Pazzi, oggi la mia mente vola più libera e sicura col suo utile bagaglio di dubbi e con la
bussola della ricerca di nuovi cieli e nuova terra (come nel film Cloud Atlas).
Ma il corpo, la vita sociale, il carico di cose-da-fare (incluse quelle digitali) mi costringono a una vita
meno libera degli Anni Pazzi. Non sono diventato libero come il D. H. Thoreau di “Camminare”, mi
ritrovo piuttosto come un San Pietro in Vincoli, o un Prometeo incatenato: Προμηθεύς δεσμώτης
(Eschilo). Del resto il 98% dei passeggeri sui treni dei pendolari è sempre chino sull’altare del telefono.
La libertà, tra queste catene di fibra, è nell’intelligenza e nell’umanesimo che ci resta al di qua dello
specchio (rovesciare il percorso di Alice nel Paese delle Meraviglie e di Attraverso lo specchio è un
dovere moderno?). Salvate i vostri figli: insegnate loro a camminare nelle strade e nei boschi: non è
difficile. Incantateli senza Android, con lettere, note, colori e numeri non premanipolati. Insegnate loro a
scrivere, a dirSI. Uscite dagli schermi e dagli schemi preconfezionati.
La nuova catena che ci lega dopo che è passato di moda dire ->fare->baciare ->lettera ->testamento, è:
Schermi ->schemi ->scemi.

Tratto da Tigullio News del 4 aprile 2018 per gentile concessione.