Sanjit “Bunker” Roy è un attivista ed educatore indiano. Nato nel 1945 in India, ha sempre avuto una profonda compassione per i poveri delle aree rurali.
Durante la carestia del Bihar nel 1960, Roy decise di dedicare la sua vita al miglioramento della vita delle persone povere delle zone rurali. Si rese conto, infatti, che la società progrediva sempre più velocemente ed i prodotti tradizionali venivano sostituiti da prodotti di massa, lasciando moltissime persone (soprattutto lavoratori del cuoio, tessitori e artigiani) senza un lavoro. Analfabeti, oppressi dalla povertà e dalla divisione in caste, vivevano e vivono tuttora in uno stato di costante paura ed incertezza.
Nel 1972, Roy istituì a Tilona il Centro Sociale di lavoro e di ricerca meglio conosciuto come il Barefoot College (Scuola dei piedi nudi) per educare, formare e responsabilizzare i poveri e le popolazioni rurali a svolgere lavori nel mondo moderno. Migliaia di giovani che nessuno avrebbe impiegato sono così addestrati ad una professione.
Il Barefoot College ha formato persone in villaggi remoti di 16 Stati indiani e ha educato più di 50.000 bambini attraverso le scuole serali.
Dopo un periodo speso presso questa struttura i “professionisti a piedi nudi” tornano a casa per utilizzare le competenze acquisite – tra loro si ricordano ad esempio ingegneri solari, insegnanti, ostetriche, tessitori, architetti, medici.
Roy combina umanità, imprenditorialità e istruzione per aiutare le persone a orientare il proprio percorso ed uscire così dalla povertà, promuovendo la dignità e l’auto-determinazione.
Oggi l’organizzazione lavora per ampliare questo “approccio a piedi nudi” ed includere nuove comunità in Africa e in Medio Oriente.
“Chiunque viva in un villaggio in Africa, Asia e Sud America deve sapere che questo è il solo modo di sopravvivere. Prima di tutto, guardate alle vostre risorse interne. Sono così ricche e profonde che davvero non c’è nessun bisogno di rivolgersi all’esterno”.
Roy è diventato una delle figure di primo piano per lo sviluppo nella comunità indiana delle ONG e fornisce un modello di ispirazione per gli appassionati di imprenditorialità sociale. La sua semplice formula costituisce un esempio concreto per ciò che le nazioni e le organizzazioni umanitarie possono fare per costruire un mondo più giusto.
Nel 2002 Roy ha ottenuto il Premio Imprenditorialità sociale Schwab, nel 2003 Premio Ashden per l’energia sostenibile, e nel 2005 il premio Skoll per l’Imprenditoria sociale. Nel 2010 è stato selezionato dalla rivista Time come una delle 100 personalità più influenti del mondo .
Per chi vuole approfondire la storia di Bunker Roy consigliamo la lettura di “Raggiungere l’ultimo uomo” scritto da Maria Pace Ottieri ed edito da Einaudi.