libro

di Massimo Galiazzo

Aracne editrice, N° 208 pagine, 10€
marzo 2017

Inutile negarlo, il gioco in età adulta è guardato con sospetto. Perdita di tempo, fuga dalle responsabilità, imbarazzante regressione, sono solo alcune delle neppure troppo implicite allusioni con le quali viene non di rado apostrofato colui o colei che ne fa manifesta e gioiosa adesione. Esso è considerato perlopiù come strumento finalizzato a preparare, ad alleggerire, a rendere meno indigesta la fatica dell’apprendimento, strategie comunque tollerate se riservate prevalentemente ai processi educativi rivolti all’infanzia. In realtà il gioco non ha solo caratteri di divertimento, è una grande metafora dell’educazione per ogni età della vita, un modo di raccontare e di raccontarsi, luogo elettivo delle elaborazioni, dei significati, delle ansie degli uomini e delle donne di ogni latitudine del pianeta.

 

Massimo Galiazzo, filosofo (Università Ca’ Foscari di Venezia), educatore (Università degli Studi di Milano – Bicocca), counselor a approccio umanistico integrato (in particolare Gestalt – Aspic), outdoor trainer (OMT® – Istituto Europeo Neurosistemica, Sestri Levante), istruttore titolato di arrampicata libera del Cai. La filosofia lo ha portato a interrogarsi sulle pratiche filosofiche nel contesto dell’educazione degli adulti; il suo lavoro lo ha spinto a confrontarsi con l’adolescenza e il disagio giovanile, con particolare interesse per i dispositivi del teatro, del gioco e dell’alpinismo. Alpinismo ed educazione si sono integrate nell’associazione da lui fondata (Equilibero – Padova), accomunate dall’interesse per il movimento della montagnaterapia. Nell’ambito della cura ha ricercato la stessa integrazione tra counseling e ecopsicologia.