I Giardini dei Giusti [1]
di Gabriele Nissim [2]
Ogni distruzione di un popolo o di un gruppo indebolisce l’intera umanità poiché il mondo è una grande relazione che si basa sulla cooperazione tra le persone e quando il mondo perde un pezzo, come sosteneva Lemkin, viene meno parte della sua ricchezza. È come se una orchestra perdesse la musica di un suo strumento. Il suono non sarebbe più uguale ed ogni orchestrale, come del resto capiterebbe ad ogni uomo, perderebbe una parte della sua anima.
Chi è invece il baluardo di questo legame tra gli esseri umani e si erge a difensore della ricchezza dell’intera pluralità umana? È quello che chiamiamo l’uomo giusto che va in soccorso del prossimo, si oppone all’odio verso altri esseri umani, lavora per la conciliazione dei popoli dopo le guerre e gli stermini. È l’uomo che combatte il male con il bene e ricuce le ferite dell’umanità. Ecco perché esiste il detto famoso che “chi salva una vita, non salva solo una persona singola, ma il mondo intero”.
Senza la presenza e la determinazione degli uomini giusti che sentono il richiamo della loro coscienza, il grande sogno della Convenzione delle Nazioni Unite forse non sarebbe possibile. Infatti, la forza morale del nuovo comandamento che richiama il mondo a non commettere più genocidi, non dipende solo dagli Stati, ma dalla responsabilità degli individui che hanno il coraggio di agire. Il meccanismo giuridico e diplomatico di una politica di prevenzione ricercato da Raphael Lemkin si basa sulla responsabilità e sulla volontà delle persone morali che definiamo come giuste, perché salvano con le loro azioni l’intera l’umanità. Salvare infatti significa prevenire il male e dare forza e vita alla Convenzione delle Nazioni Unite.
È con questa filosofia che, come Fondazione Gariwo, abbiamo costruito più di trecento Giardini dei Giusti nel mondo per fare conoscere e dare visibilità alle persone che si adoperano per salvare le vite degli altri, per promuovere la giustizia e la tolleranza, ma anche la sostenibilità del nostro pianeta minacciato dai cambiamenti climatici. Tutte le religioni ricordano la regola aurea che prescrive di non fare agli altri il male che nessuno vorrebbe mai subire, come ha voluto ricordare il Marocco nel documento fondante della Giornata internazionale per contrastare i discorsi d’odio.
È questa la grande molla morale che spiega il comportamento degli uomini giusti. L’etica dell’uomo compassionevole, responsabile e giusto verso gli altri esseri umani appartiene a tutte le culture filosofiche e religiose. Nella mia vita ho avuto la fortuna di essere amico, nonché biografo, di Moshe Bejski, il grande artefice del Giardino dei Giusti di Gerusalemme che ricorda con i suoi più di 20mila alberi e nomi coloro che hanno salvato le vite degli ebrei durante la Shoah, il più terribile genocidio del ‘900.
Per questo ho pensato che l’idea dei Giardini dei Giusti dovesse diventare universale per ricordare ogni uomo che su questa terra salva le vite degli altri. Li ho voluti così chiamare come i “Giusti dell’umanità” perché sentono il dovere di rischiare la loro vita per aiutare ogni gruppo umano in pericolo, non facendo nessuna distinzione tra le nazioni, le religioni e le etnie. Sono i custodi dell’intera umanità. Come ricordava Raphael Lemkin, questi uomini agiscono per evitare guerre e genocidi, prima che il male inondi il mondo con le sue macerie. Quando purtroppo facciamo memoria degli stermini e delle vittime, come è accaduto per il genocidio degli ebrei e degli armeni, è sempre troppo tardi. È comunque sempre il ricordo di una sconfitta dell’umanità. Ecco perché ricordare ha un senso profondo solo quando educhiamo le persone a diventare giuste e a prevenire ogni crimine contro l’umanità.
Oggi presentiamo il nostro lavoro a New York perché siamo convinti che in questo mondo diviso e lacerato, con le guerre a Gaza, in Sudan e in Ucraina sia importante ricordare lo spirito originario delle Nazioni Unite, nate per preservare la pace e la pluralità umana. Purtroppo, lo stato del mondo di oggi ci ricorda la desolazione e il clima attorno alla Seconda guerra mondiale. Forse mai come oggi abbiamo bisogno di tanti uomini giusti che ricostruiscano con il loro esempio un nuovo legame che riunisca tutte le nazioni del pianeta. A loro spetta il difficile compito di ricucire le relazioni in un clima pesante di contrapposizioni.
Noi riteniamo che i Giardini dei Giusti universali possono essere un grande strumento educativo e pedagogico per salvare la pace e la speranza per il futuro dell’uomo, come ci ricorda il nuovo Papa, Leone XIV, che ci incita a creare ponti e rompere i muri dell’odio.
Vi voglio spiegare in poche parole la grande forza rivoluzionaria di questi Giardini.
Fanno conoscere alla società la bellezza della persona buona che ha compreso che ognuno, nel suo piccolo, può fare qualche cosa per salvare il mondo e riportarlo in una buona direzione. La persona buona ci trasmette con le sue azioni l’insegnamento che il modo migliore per combattere l’odio sia mostrare che l’amore e il rispetto degli altri rende la vita più bella e più felice.
I Giardini dei Giusti educano la società a non dimenticare e ad esprimere gratitudine per chi fa del bene e così si possono tramandare gli esempi migliori. Ma forse l’effetto educativo più importante di questi Giardini che raccontano le storie degli uomini giusti è quello di stimolare le persone più diverse a ritrovare la comune umanità.
Per questo i Giardini dei Giusti sono delle piccole Nazioni Unite costruite dal basso dove si trovano delle persone diverse con il gusto di dialogare e di impegnarsi assieme per il bene dell’umanità. Ecco perché oggi vi chiediamo di sostenere la costruzione dei Giardini nei vostri paesi e auspichiamo che la Giornata dei Giusti dell’umanità votata dal parlamento italiano e dal parlamento europeo diventi sempre più internazionale.
Un filosofo dell’antichità, l’imperatore Marco Aurelio, scriveva di non cercare l’impossibile utopia, ma di accontentarsi di una piccola cosa, perché con il tempo una piccola cosa può diventare una grande cosa, una speranza possibile per il mondo intero. È questo il messaggio che ogni giorno ci trasmettono le storie degli uomini giusti, che passo dopo passo spingono l’umanità in una buona direzione. Per questo i Giusti sono l’élite morale dell’umanità.
[1] Dal discorso tenuto dall’autore il 18/06/2025 presso il Palazzo di Vetro di New York, Segretariato delle Nazioni Unite, in occasione della Giornata Internazionale per contrastare i discorsi d’odio promossa dall’ONU.
[2] Presidente Fondazione Gariwo, https://it.gariwo.net