libro

di Carmela Morabito,

Editori Laterza, 2020, € 17

Carmela Morabito, storica della psicologia e delle neuroscienze cognitive, nel libro “Il motore della mente. Il movimento nella storia delle scienze cognitive” delinea i percorsi teorici degli studiosi, filosofi, psicologi, neuroscienziati che hanno portato ai modelli della mente odierni.

Riportiamo di seguito un breve estratto selezionato dal libro.

 Parlare di paradigma motorio in relazione alla mente implica un modello teorico dello sviluppo e del funzionamento del nostro apparato cognitivo basato su una concezione della mente sostanzialmente radicata nella corporeità e nelle capacità di movimento di un organismo. Di questo legame tra mente e corpo, cognizione e movimento, tuttavia, va decisamente sottolineata la valenza innovativa rispetto alla concezione tradizionale delle funzioni cognitive classicamente basata su un presunto susseguirsi di sensazione, percezione e, punto culminante dell’elaborazione cognitiva, produzione di rappresentazioni mentali per la gestione del movimento e del comportamento in senso lato.

Naturalmente, è un corpo non più inteso come macchina automatica di derivazione cartesiana (corpo come sistema chiuso, privo della conoscenza di sé e del mondo, i cui movimenti sono funzione solo della disposizione relativa delle sue parti, generatore di risposte motorie a stimoli sensoriali), bensì come macchina biologica, costitutivamente dotato di scopi e in attiva e costruttiva interazione col proprio ambiente (vero e proprio generatore di ipotesi che preseleziona le informazioni sensoriali in funzione degli scopi dell’azione). In questa prospettiva teorica l’azione, piuttosto che come semplice espressione motoria dell’elaborazione sensoriale, è concepita come ‘melodia cinetica’ attiva e finalizzata, come insieme strutturato di movimenti coordinati in funzione di un fine specifico. Il movimento corporeo assume dunque un ruolo fondamentale e basilare nello sviluppo della cognizione e della conoscenza.

La mente è ‘formata’ dai movimenti e per i movimenti (tradizionalmente invece semplicemente li pianifica); il movimento non è solo la mera esecuzione di comandi dei centri cerebrali superiori (la mente), ma – capovolgendo i termini della relazione – l’attività mentale stessa è concepita in funzione della produzione dell’azione; pensare equivale a decidere quale movimento realizzare successivamente.                                               

– Carmela Morabito, Il motore della mente. Il movimento nella storia delle scienze cognitive.

 

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