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ottobre 2014

Tra gennaio e maggio 2014 RUSAN ha condotto una ricerca dedicata agli Over 50 in sanità che ha coinvolto aziende sanitarie e sociosanitarie di tutta Italia. La ricerca ha voluto rilevare la percezione, le aspirazioni e le attitudini dei professionisti Over 50 che oggi lavorano in Sanità e vuole essere  uno strumento per favorire la conoscenza e la consapevolezza sul tema in modo da raccogliere idee per dare risposte alle criticità delle organizzazioni sanitarie e sociosanitarie.

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I PARTECIPANTI

Le realtà coinvolte sono state 18 divise in aziende sanitarie locali, aziende ospedaliere e aziende sociosanitarie e provenienti da 11 regioni d’Italia:

  • Abruzzo
  • Emilia Romagna
  • Friuli Venezia Giulia
  • Lazio
  • Liguria
  • Lombardia
  • Piemonte
  • Sardegna
  • Sicilia
  • Toscana
  • Veneto
Sono stati coinvolti 1448 professionisti della sanità di età uguale o superiore ai 50 anni ed hanno risposto al questionario 758 personepari al 52,3%.
I partecipanti alla ricerca  hanno un’età media di 60 anni ed una anzianità in azienda di 25 anni.
IL QUESTIONARIO

Ai partecipanti è stato chiesto di esprimere il loro grado di accordo rispetto a 14 affermazioni secondo una scala dove il minimo è rappresentato dalla risposta “per niente” ed il massimo è rappresentato dalla risposta “completamente”:

  • 1 PER NIENTE
  • 2 POCO
  • 3 PARZIALMENTE
  • 4 ABBASTANZA
  • 5 MOLTO
  • 6 COMPLETAMENTE

ALCUNI RISULTATI

Dalla ricerca è emerso che gli over 50 delle aziende sanitarie italiane valutano abbastanza positivamente la propria condizione lavorativa, attualmente il loro stato di salute è buono e ritengono di poter essere utili ai giovani per far loro apprendere il mestiere.

Per contro non sono particolarmente disponibili ad un ridimensionamento del proprio ruolo in cambio di un minor stress sul posto di lavoro e sono poco interessati ad utilizzare il part time. Questo è vero soprattutto per gli uomini che dalla ricerca risultano meno interessati al part time rispetto alle donne.

Gli over 50 sono generalmente poco ottimisti sul miglioramento futuro della loro condizione lavorativa e la  loro motivazione rispetto al passato risulta diminuita.

Mentre le donne sono più favorevoli ad un ridimensionamento del proprio ruolo in cambio di una diminuzione di stress sul lavoro, gli uomini sono più interessati a ricoprire un ruolo di tutor o trainer e sono più propensi ad accettare un trasferimento di sede lavorativa in cambio di uno sviluppo di carriera.

Un’altra differenza emersa riguarda i professionisti dell’area comparto e quelli dell’area dirigenza: i professionisti del comparto ritengono di aver modificato molto il loro stile di vita negli ultimi anni e di essere meno interessati a svolgere un ruolo da tutor rispetto alla dirigenza.

Infine gli infermieri ospedalieri ed i medici sul territorio sono i professionisti il cui lavoro richiede attualmente uno sforzo fisico poco leggero ed i medici ospedalieri risultano quelli più interessati ad uno sviluppo di carriera.

 

Considerando invece la distribuzione per fascia di età, si rileva come la fascia di età più elevata in media risponda con più ottimismo relativamente agli aspetti organizzativi e di percezione del proprio ruolo e di utilità all’azienda mentre mostrano una maggiore disillusione sulla percezione della propria condizione lavorativa futura

Interessante è anche, la differenza tra i professionisti presenti da meno di 5 anni nelle aziende USL e nelle aziende ospedaliere: il personale di quest’ultime presenta una percezione di impegno fisico maggiore ed una minore gratificazione sul lavoro, mentre presenta una migliore percezione delle prospettive di lavoro future.