di Ilaria Ugolini

Neurosystemics n° 2/2015


Quali strumenti hanno a disposizione oggi i giovani che cercano lavoro? e le aziende che vogliono scovare i talenti da inserire in azienda per introdurre nuove competenze strategiche?

I social network sono sicuramente una risposta comune, ma non mancano nuovi ed interessanti strumenti.

Si sente spesso parlare di social recruiting: il processo di ricerca di talenti e profili professionali attraverso l’utilizzo dei social network come ad esempio Linkedin, Facebook e Twitter. LinkedIn è senza dubbio lo strumento privilegiato utilizzato dai recruiter e dalle agenzie di reclutamento, ma si cercano anche profili su Facebook e Twitter dove si chiede di rispondere ad una candidatura in 140 caratteri.

Dal lato candidato si parla di employee branding: il curriculum tradizionale è completato da una identità digitale fatta di collegamenti, referenze e menzioni. La maggior parte dei candidati, oggi, crea un profilo personale sui social completo di esperienze professionali, studi e contatti personali. Ma bisogna fare attenzione: se da una parte si può sfruttare le potenzialità della rete e dei social media per entrare in contatto con potenziali datori di lavoro, dall’altra non si può trascurare come e quanto la propria immagine online venga giudicata da un responsabile delle risorse umane. Secondo un ricerca condotta da Adecco, infatti, il 25% dei 15000 responsabili delle risorse umane coinvolte ha ammesso di aver scartato un candidato per foto, contenuti e commenti postati sulla propria pagina. Quindi la digital reputation non può essere minimamente trascurata.

Dal lato delle aziende, invece, l’utilizzo degli strumenti social per il recruiting si traduce in un programma di employer branding: una vera e propria operazione di marketing costruita con l’obiettivo di mostrarsi interessanti e attraenti agli occhi del mercato del lavoro e del talento in particolare. Oggi quasi tutte le aziende sono presenti sui social network con le loro company pages e c’è sempre una maggiore attenzione a comunicare la propria cultura aziendale anche attraverso i propri dipendenti che diventano ambasciatori del brand. Le aziende però non devono dare una importanza eccessiva ai social network ed alla rete per individuare il candidato ideale. Si pensi ad esempio al punteggio Klout che rappresenta per alcuni un fuorviante testimonianza dell’uso di internet e dei social network applicati al talent scouting. Il klout è un punteggio individuale che viene calcolato da algoritmi in base all’uso della rete e alla contribuzione sui social network. Una sorta di indicatore di leadership individuale, o meglio un indicatore della capacità di ciascuno di influenzare la propria comunità di interesse.

Analizziamo ora alcuni dei nuovi strumenti, meno conosciuti, a disposizione dei candidati in cerca di lavoro e delle aziende in cerca di talenti.

Il primo è 10 minutes with (www.10minuteswith.com) la piattaforma di matchmaking globale per i laureati in cerca di occupazione. La piattaforma è nata con l’obiettivo di far conoscere e abbinare gli studenti più idonei alle aziende leader provenienti da tutto il mondo attraverso brevi video interviste della durata di 10 minuti a dirigenti e manager che parlano dell’azienda e descrivono i percorsi di carriera nelle varie funzioni, settori e aree geografiche. I laureati (o studenti in procinto di laurearsi) possono iscriversi alla piattaforma, creare un profilo simile ad un cv e vedere i video con le interviste  per conoscere le aziende ed i diversi ruoli ricercati. La stessa cosa vale per le società, le business school e le università che creano un proprio profilo ed inseriscono video (ad oggi i partner della piattaforma comprendono famosi marchi e università da più di 23 paesi e 3 continenti).

Le scuole, le aziende e le università pagano l’accesso al database del sito dove sono raccolti i dati degli studenti laureati iscritti. Il gruppo ING, KONE, Hiscox, Atos, Amadeus, Oracle e Telefónica sono solo alcuni dei partner aziendali, mentre tra le partnership accademiche ci sono ad esempio la London School of Economics, la London Business School, l’Università Nazionale di Singapore, l’HEC Parigi, la Shanghai Jiao Tong University, l’Università di Johannesburg ed il Trinity College di Dublino.

Un altro strumento a disposizione dei giovani alla ricerca di lavoro è Face4Job (it.face4job.com) il portale del lavoro che permette l’incontro diretto e senza intermediari tra candidati e aziende snellendo le fasi iniziali di contatto. Il candidato può iscriversi a Face4job gratuitamente inserendo le informazioni relative al proprio cv  e mettendo in evidenza le 10 caratteristiche professionali che crede lo contraddistinguano. Alla ricezione dell’offerta, risponde direttamente dal sito girando un breve video che replichi ad alcune domande specifiche dell’azienda interessata. Se il percorso continua, occorre un altro video in cui rispondere in poco tempo e poi una sessione in streaming con un colloquio online. Le aziende, dall’altro lato, possono usufruire di un processo di screening iniziale visionando i “VideoTalent” dei profili più interessanti emersi attraverso il processo di selezione (sostenendo alcuni costi a consumo). La piattaforma funziona grazie a un algoritmo che rileva le offerte di lavoro in tutto il mondo (più di 12 milioni) ed in Italia e le associa alle caratteristiche professionali inserite dagli utenti. Un modo creativo, che mette insieme l’idea dei video cv e quella delle offerte individuate direttamente sui portali delle aziende, per eliminare alcuni passaggi spesso poco utili ai fini della selezione.

Face4job, 10minuteswith e tutti i social network utilizzati oggi per il recruiting evidenziano come si stia sviluppando una nuova tendenza nel mercato del lavoro contemporaneo che rappresenta non solo un’opportunità concreta ed efficace nella domanda e nell’offerta ma anche una nuova cultura social nel mercato del lavoro.