DVD

Convegno Dialoghi col futuro - PARTE SECONDA

26 settembre 2008

Sono disponibili i dvd del convegno dei Dialoghi col Futuro “Wellness Oragnizzativo. Lavorare e creare benessere per sè e per gli altri nelle organizzazioni” svoltosi a Sestri Levante il 26 settembre 2008.

Nel seguente DVD  sono raccolti tutti gli interventi del pomeriggio

  • Giuseppe Nicoletti – Come una multinazionale americana affronta il tema. Successi e criticità dell’esperienza italiana
  • Massimo Giuliberti –  Come un’azienda italiana affronta il tema. progetti e risultati: il primo bilancio del percorso
  • Marco Campiglia – Stare bene in azienda. Il benessere attraverso l’empovwerment
  • Question Time 2

 

Per acquistare il dvd con gli interventi della mattina clicca qui

 

PER APPROFONDIRE IL TEMA DEL CONVEGNO….

All’inizio del XVII secolo, in Paraguay, un gruppo di gesuiti italiani realizzò un progetto di cui si sarebbe parlato a lungo: le “riduzioni”; una rete di villaggi-monasteri dove l’organizzazione del lavoro conciliava la produttività con l’equità, il profitto con il benessere delle persone che ci lavoravano dentro. Quel “sogno” coinvolse, in 150 anni, circa 150.000 indios, ma finì male.
75 anni fa Adriano Olivetti assumeva la direzione dell’azienda paterna, che avrebbe in poco tempo portato a competere con i colossi internazionali; il suo modello di ”impresa sociale”, in cui armonizzare lo sviluppo industriale con la motivazione e la partecipazione delle persone, fece crescere l’azienda moltissimo: in poco più di un decennio la produttività aumentò del 500% e il volume delle vendite del 1.300%.
Questa visione dell’organizzazione del lavoro è stata ripresa più volte, in diversi modi e con diverse fortune. Su questo il nostro Paese è stato spesso in prima fila: basti solo ricordare come ulteriore esempio la storia del movimento cooperativo (bianco o rosso che sia).
Questo modello ritorna periodicamente alla luce tutte le volte che le difficoltà (create dall’aumento della complessità, dell’imprevedibilità, delle turbolenze causate dall’impatto di nuovi paradigmi) sembrano costringere le società a uscire dalla ripetitività, a cercare nuove strade, a fare un salto.
Oggi quindi se ne riparla, magari con nomi diversi e inglesi: corporate social responsibility, work-life balance, corporate welfare, great place to work, fringe benefit …
Le domande chiave, invece, sono sempre le stesse: “Siamo capaci di costruire ambienti di lavoro dove si possa star bene? Organizzazioni dove lavorare sia un piacere? Dove ci si possa sentir liberi di esprimere dissenso? Dove ci venga voglia di dare il massimo? E’ possibile essere felici lavorando profittevolmente per le nostre aziende?“
Alcune risposte sembrano essere positive e cresce il numero delle organizzazioni che provano a mettersi in cammino per questo difficile, quanto promettente percorso. I vantaggi sono stati più volte elencati (forse per aumentare la voglia dei viaggiatori), ma il cammino spesso appare lungo e in salita.

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