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12 ottobre 2015

I responsabili delle risorse umane, oggi più che mai, dovrebbero approfondire il tema dell’active ageing attraverso indagini demografiche nelle proprie aziende, una attenta analisi dei dati ed un approfondimento del tema nelle diverse sfumature: medicina, demografia, sociologia. La vita delle persone si è allungata e con essa la vita professionale. Le aziende, pertanto, dovrebbero seguire un approccio preventivo perché se non si previene, si rischia di dover affrontare inidoneità lavorative, problemi di produzione, di riallocazione e di prepensionamento.

Bruno Moretti, Direttore delle Risorse Umane e Organizzazione presso Amiu Genova, ha introdotto così il tema dell’active ageing in occasione del convegno “Qualità della vita, Qualità del lavoro”.

L’Inail, ha proseguito Moretti, nel 2013 ha realizzato un testo dal titolo “Lavorare negli anni della maturità” in cui vengono elencati i problemi di un lavoratore a 55 anni: riduzione della forza muscolare, diminuzione della mobilità articolare, dell’udito e della capacità visiva e molti altri ancora. Questi problemi, se non gestiti, diventano malattie professionali, pertanto l’Inail nel testo invita le aziende ad adattare il lavoro al lavoratore e non viceversa.

Per prevenire queste problematiche Amiu ha realizzato un programma fornendo ai dipendenti over 50 una sorta di cassetta degli attrezzi. E’ stato creato un team di progetto con i medici di fabbrica ed è stato modificato il protocollo sanitario in modo da prevedere un controllo ai dipendenti over 50 ogni 12 mesi anziché ogni 18 mesi. Viene somministrato loro un self assessment ed un questionario sugli stili di vita che sono successivamente discussi in riunioni periodiche. Inoltre, AMIU, con l’aiuto di IEN ha realizzato un percorso in più moduli per l’apprendimento di tecniche finalizzate al miglioramento dei propri stili di vita. Il primo modulo, tenuto da un medico del lavoro, dedicato al self assessment sulle abitudini e gli stili di vita, il secondo modulo dedicato all’alimentazione corretta, il terzo all’attività fisica e alla corretta postura e l’ultimo sulla qualità mentale e relazionale.

Questo percorso ha coinvolto inizialmente solo gli over 50 dell’azienda, ma il progetto è quello di estenderlo anche ai dipendenti più giovani in un’ottica preventiva. In chiusura Moretti ha ricordato che si possono fare ancora molte cose in materia come ad esempio lavorare sull’ergonomia, estendere la sorveglianza sanitaria, potenziare il welfare aziendale, realizzare una rotazione delle mansioni ed un orario di lavoro generazionale, creare una staffetta generazionale e dei percorsi di carriera anch’essi generazionali.